Energia nucleare tra rischi e opportunità

Energia nucleare tra rischi e opportunità

Quello del nucleare è uno degli argomenti che attengono ai metodi di produzione energetica che maggiormente riesce a dividere in modo netto le opinioni sia degli esperti sia dei comuni cittadini. C’è chi pensa che il nucleare sia da bandire in maniera assoluta mentre, dalla parte opposta, si ritiene che esso sia la panacea per tutti i problemi di approvvigionamento energetico del mondo.

L’intuizione sulla possibilità di produrre energia dal nucleo degli atomi si deve ad Albert Einstein, il teorico della relatività. Il primo reattore funzionante fu realizzato invece dal fisico italiano Enrico Fermi che, insieme ai suoi collaboratori, riuscì a bombardare l’uranio e a dimostrare la concreta possibilità di creare energia utilizzando questo metodo. In Inghilterra, nel 1956, entrò in funzione quella che è considerata la prima centrale atomica per la produzione di energia a fini civili.

Nel mondo si produce energia tramite il metodo della fissione atomica per il 13,5% del totale mentre in Europa questa è la seconda fonte di approvvigionamento energetico dopo il carbone. In Italia erano presenti quattro centrali, bloccate a seguito di due referendum popolari, prima nel 1987 e poi nel 2011, che hanno fermato definitivamente il nucleare nel nostro Paese.

I pro e i contro dell’energia nucleare

I principali argomenti contrari al nucleare si concentrano soprattutto sulle questioni legate alla sicurezza delle centrali e allo stoccaggio delle scorie radioattive derivanti dalla produzione. Anche se il progresso della tecnologia ha fatto enormi passi avanti, il ricordo dei disastri umani e ambientali delle centrali atomiche di Chernobyl e Fukushima rimangono impressi nella coscienza collettiva a rammentare i pericoli insiti nell’utilizzo di questa fonte energetica.

Altra grande questione riguarda le scorie radioattive. Non è stato ancora trovato alcun metodo per distruggerle e l’unico sistema per “liberarsene” è quello di accumularle all’interno di depositi naturali o appositamente realizzati per diverse centinaia di anni, fino a quando non diventeranno inerti e non più pericolose per la salute. Una soluzione che non fa che scaricare sulle generazioni future il problema.

Di contro, l’energia nucleare sarebbe da considerare pulita poiché la sua produzione non emette Co2 e altre sostanze che contribuiscono al buco nell’ozono, come i combustibili fossili. Oltre a contribuire alla protezione dell’ambiente, l’energia atomica potrebbe rappresentare l’unica fonte per liberarsi quasi definitivamente dal consumo di petrolio e dalla dipendenza economica verso i Paesi produttori di greggio.

Secondo una recente ricerca del Mit di Boston, il futuro dell’energia nucleare sta nello sviluppo di una moderna concezione degli impianti su scala ridotta. Non più enormi centrali difficilmente controllabili in termini di sicurezza ma piccoli reattori, i cosiddetti Small Modular Reactors, maggiormente gestibili e dotati di sistemi di controllo automatici che azzererebbero qualsiasi rischio. Secondo gli esperti del Mit questi sistemi renderebbero impossibile qualsiasi disastro nucleare e alcune nazioni, come Gran Bretagna, Russia e Cina sono già avviate sulla strada di quella che viene definita una nuova era per il nucleare.