Il Qatar lascia l’OPEC, quali conseguenze sul mercato energetico?

Il Qatar lascia l’OPEC, quali conseguenze sul mercato energetico?

Il Qatar ha deciso di ritirare i suoi membri dall’Opec a partire da gennaio 2019“. Con queste parole, pronunciate nel corso di una conferenza stampa qualche giorno fa, il ministro dell’Energia dell’emirato ha annunciato la decisione del proprio paese di abbandonare, dopo 58 anni di permanenza, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio.

La scelta, arrivata a sorpresa, è stata motivata dal ministro come una conseguenza del maggiore impegno che il paese ha deciso di porre sullo sviluppo della produzione di gas naturale di cui il Qatar è già oggi uno dei maggiori esportatori al mondo. Ma, accanto a questa ragione, secondo gli esperti, ci sarebbe soprattutto lo scontro in atto da qualche tempo tra l’Arabia Saudita, paese leader dell’OPEC, e l’emirato. I sauditi sarebbero, infatti, alla testa di un gruppo di Paesi che ha imposto una sorta di blocco terrestre, aereo e navale al Qatar, accusato di essere un paese che finanzia il terrorismo internazionale.

Le possibili conseguenze per il mercato dell’energia

A prescindere dalle reali ragioni dell’uscita del Qatar dall’OPEC, la decisione potrebbe avere conseguenze sull’intero assetto del mercato dell’energia mondiale. Non tanto e non solo sul prezzo del petrolio, visto che il Qatar contribuisce soltanto per il 2% sul totale dell’OPEC, quanto sulla sopravvivenza dell’organizzazione stessa, messa sempre più in crisi dai rapporti tra i Paesi che ne fanno parte e scossa dai nuovi assetti geo-politici e dall’asse che lega sempre di più la Russia all’Arabia Saudita.

L’OPEC, fondata nel 1960, è un cartello economico che comprende 12 paesi produttori di petrolio. Gli stati membri controllano circa il 42% della produzione mondiale di petrolio e il 17% di gas naturale. La funzione dell’organizzazione è sempre stata quella di controllare e influenzare il prezzo del greggio nei negoziati con le grandi compagnie petrolifere mondiali. Compito svolto con successo anche in presenza di guerre locali e frizioni diplomatiche tra i Paesi membri. L’uscita del Qatar potrebbe rappresentare l’inizio della fine per l’organizzazione accusata da più parti di non essere più utile e di non riuscire più a raggiungere i propri scopi.

Probabilmente l’Italia non dovrebbe subire conseguenze derivanti dall’instabilità della situazione. Sebbene il Qatar sia uno dei maggiori produttori di gas naturale al mondo, il nostro paese si approvvigiona attraverso altri fornitori: Russia, Algeria, Libia, Norvegia e Olanda principalmente. Anzi, probabilmente l’ingresso di un nuovo produttore forte sul mercato – il Qatar prevede di incrementare in maniera considerevole la propria produzione in tempi brevi – potrebbe anche rendere più dinamico il mercato e spingere verso una diminuzione dei prezzi. A meno che, come pare probabile secondo alcuni analisti, non si dia vita ad una sorta di “OPEC del gas”, un cartello tra paesi produttori che potrebbe invece incidere e influenzare i prezzi verso un loro generale rialzo. Al momento, però, la situazione è ancora in via di sviluppo e si dovranno attendere i prossimi mesi per comprendere meglio quali saranno le sorti del mercato energetico.